Il sorriso di Caronte
A volte penso che fosse scritto nel mio destino, questo mio diventare un Caronte trasgressivo, che accompagna le anime fuori dall’inferno. Perché – qualunque sia il non luogo dove approderemo- non vi è dubbio che l’inferno è qui, è ora. La cosa buffa è che sto diventando maestra degli addii. Proprio io, che non so tollerare le separazioni, insegno agli altri ad accomiatarsi. Vado dai parenti dei malati moribondi e li sollecito a comunicare senza le parole, di cui sempre più riconosco l’inutilità. Bastano le mani, a raccontare rancori dissolti e sentimenti mai sopiti, a spiegare la difficoltà a lasciarsi e a rivelare la conquista della comprensione profonda.
Ho imparato che la rassegnazione è un processo attivo, che arriva al termine di una lotta strenua col nostro orgoglio di finti onnipotenti.
Osservo chi muore e cerco di carpire i segreti di quella lotta , che più di ogni altra rivela la vera essenza di ogni persona. Chissà se al mio turno imprecherò e suderò rabbia, o giungerò le mani in una fede improvvisata; chissà se sarò lucida e saggia (non credo) o allegramente incosciente. Forse sarò – ancora una volta- livida e atterrita ; chiamerò mia madre invano, di sicuro. Invece vorrei imitare il sorriso generoso di un malato a sua sorella; il suo corpo soffriva enormemente, ma lui ha preservato la propria anima candida negli occhi e sulle labbra e ha fatto il regalo delle ultime sue forze spremendole in quell’indicibile sorriso.
Guardare la morte serve ad imparare a vivere, forse. So che non c’è nulla di più importante dell’amore, quello vero, quello che è generoso e incurante di essere ricambiato, e proprio per questo vincit omnia e ricambiato lo è sempre, anche se da persone sempre diverse da quelle cui è stato regalato. Cercherò di sorridere. Promesso.
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Un blog interessante.
Lo voglio rivisitare con calma.
ma cambi sempre nome? ben ritrovata(il primo link dei tuoi preferiti non lascia dubbi:-)) )
Ciao
GG